L’Irish Wine Market Report 2022 dipinge un quadro negativo dell’evoluzione dell’industria vinicola nel Paese. Le vendite di vino risultano stagnanti (+0,01% sul 2021), con una diminuzione di quasi il 3% rispetto ai livelli pre-pandemici.
Un anno di contrasti
Nel 2022, le vendite di vino in Irlanda hanno mostrato una flessione significativa, scendendo quasi del 3% rispetto ai livelli pre-pandemici.
Inoltre nel 2022 rispetto all’anno precedente, la quota di consumo di vino in relazione alle altre categorie di alcolici (birra, sidro e distillati) ha subito una netta decrescita del -8,9%, attestandosi a quota 26,7% sul totale delle bevande alcoliche (era il 29,3% nel 2021).
Birra e sidro hanno guadagnato terreno, crescendo rispettivamente del 8,2% e del 13,8% ai danni appunto del vino (-8,9%) e degli spirit (-6,1%). La birra è leader sul mercato degli alcolici in Irlanda con una quota totale del 43.5%.
Nonostante i dati non confortanti, il vino rimane la seconda categoria di alcolici più popolare in Irlanda.
Questi dati sono emersi dall’ “Irish Wine Market Report 2022” di Drinks Ireland (associazione che, attraverso le sue diverse associazioni di categoria rappresenta tutte le categorie di alcolici), un rapporto che offre uno sguardo approfondito sull’industria del vino in Irlanda.
Vino spumante in leggera crescita
Tuttavia, non tutto è negativo nel panorama vinicolo irlandese. Il rapporto rivela un’interessante tendenza al rialzo nelle vendite di vino spumante, che hanno registrato un aumento significativo, passando dal 2% di quota di mercato nel 2021 al 2,3% nel 2022. Questo suggerisce che i consumatori stanno sperimentando una maggiore inclinazione verso il vino spumante, forse alla ricerca di occasioni di socialità e celebrazione.
Gli irlandesi prediligono il vino bianco
Il vino bianco rimane la scelta numero uno in assoluto tra le categorie di vino, con una quota di mercato del 48%, seguito da quello rosso al 45%. Questi dati confermano la preferenza degli irlandesi per il vino bianco, probabilmente legata alla sua versatilità e alla sua capacità di abbinarsi a una vasta gamma di piatti. Il vino rosé, nonostante anni di crescita costante, ha subito un leggero calo nel 2022, ora rappresenta il 6% del mercato complessivo del vino.
Il dominio del vino cileno, ma l’Italia cresce
Un dato interessante emerso dal rapporto riguarda l’origine del vino preferito dagli irlandesi. Il vino cileno si è confermato al vertice, con un impressionante 25% di quota di mercato con una crescita del 2,9% sul 2021. A seguire il vino spagnolo (14% di quota, in flessione del -8,5% sul 2021) e australiano (13,6% di quota, in crescita del 2,3% sul 2021), rispettivamente.
Un dato notevole è rappresentato dalla crescita del vino italiano che si inserisce in quinta posizione ed una crescita della quota di mercato del 4%.
Il Sudafrica registra un aumento del 10% della quota di mercato, anche se partiva da una base relativamente bassa del 2% nel 2021, dopo anni di declino.
La questiona cruciale delle accise
Un argomento cruciale evidenziato nel rapporto riguarda le accise sul vino fermo in Irlanda, le più alte d’Europa, più della Finlandia (3,16€) e del Regno Unito (2,65€). Gli acquirenti in Irlanda devono affrontare le accise più alte del continente sul vino imbottigliato (13% ABV), ben 3,19 euro. Per i consumatori di vino spumante, l’impatto delle accise raddoppia, raggiungendo 6,37 euro a bottiglia. Una cifra astronomica se si pensa che il Regno Unito post-Brexit si attesta a 3,39€ a bottiglia. In totale, il settore del vino ha contribuito all’Erario irlandese per 385 milioni di euro.
Prospettive future
Al di là delle accise, guardando al futuro il settore del vino in Irlanda dovrò affrontare sfide importanti, tra cui la reazione dell’industria vinicola internazionale ai piani unilaterali del governo irlandese di introdurre etichette di avvertimento sulla salute, anziché allinearsi all’approccio armonizzato dell’UE. C’è il timore che ciò possa portare a una ridotta disponibilità di vini in Irlanda.